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1456 – XXIII passaggio noto della cometa di Halley al perielio

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Di Francesco Faraoni

Nel 1456 il Coronelli riporta l’apparizione di una cometa straordinaria: gran stragi alla Cristianità, Callisto III ordinò che in tutte le città nel mezzogiorno si suonassero le campane, acciò in quel tempo che i fedeli facessero orazioni per placare l’ira del cielo e perché fosse depressa la tirannide Turchesca… (come riportato da Epitome Cosmografica). Gli archivi storici riportano in effetti un evento cometario in questo anno, il 9 giugno si verifica il perielio: il passaggio della Cometa (poi detta di Halley) vedeva la sua coda estendersi per ben 60 gradi e assumeva la forma di una sciabola, generò grande terrore in tutta Europa. Viene studiata anche da Regiomontano che ne tracciò l’orbita, l’ascensione retta e le posizioni angolari reciproche con i vari pianeti giorno per giorno.

L’immagine che segue mostra in maniera iconografica un fenomeno associato al passaggio della cometa, icona conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi; è rappresentata la chiesa di San Pietro Martire nel momento di un violento terremoto alla presenza di re Alfonso d’Aragona e di suo figlio Ferrante. L’evento avviene quando il mondo è stato turbato nel suo ordine, con il passaggio della cometa segnalata anche dal Coronelli. La cometa di Halley nel 1456 passò veramente vicino alla terra, lasciò una grande scia osservata in numerosi luoghi del mondo e scatenò nella popolazione terrore e sgomento: … la sua coda si estendeva di 60° nel cielo, assumendo la forma di una scimitarra, questa cometa generò grandi terrori in Europa, dal momento che Costantinopoli era stata conquistata tre anni prima dai Turchi, e si temeva che annunciasse nuovi trionfi islamici, soprattutto nell’assedio di Belgrado, per questo papa Callisto III ordina alla cristianità una serie di preghiere e digiuni propiziatori, ed addirittura scomunicò la cometa. Questa venne osservata dall’astronomo e astrologo Regiomontano che ne tracciò accuratamente l’orbita (De terraemotu libri tres, Giannozzo Manetti 1369-1459).

Matteo dell’Aquila nel suo Tractatus de cometa atque terremotu fu secondo gli storici e filologi il primo a ipotizzare una relazione coerente e sostenibile tra il passaggio di corpo errante e il terremoto del 1456. L’autore afferma che quel passaggio anticipò di ben cinque mesi il terremoto e per tutti fu un prodigio e un presagio: dico un astro splendente come una stella, recante con sé una chioma come una cresta. Tutti la chiamarono cometa.

L’evento avrà conseguenze nei decenni a venire e ancora oggi in quell’area ci sono i segni della radioattività che rende impossibile l’insediamento degli umani.

 

Fonte: ursaecoeli.it/