L’editto di Nantes fu un decreto proclamato a Nantes dal re Enrico IV nell’aprile 1598 che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal 1562 al 1598, regolando la posizione degli ugonotti (calvinisti francesi) e stabiliva che ci doveva essere un diritto di libertà, di culto e parità di diritti tra ugonotti e cattolici. Esso fu revocato nel 1685 da Luigi XIV con l’editto di Fontainebleau e ripristinato di fatto solo dall’editto di Versailles emesso da Luigi XVI nel 1787, alla vigilia della Rivoluzione francese.
L’editto:
• riconosceva la libertà di coscienza, cioè la libertà di avere convinzioni interiori e di comportarsi di conseguenza, in tutto il territorio francese;
• riconosceva la libertà di culto nei territori dove i protestanti si erano già installati prima del 1597, tranne che a Parigi, Rouen, Lione, Digione e Tolosa e l’inverso (cioè il divieto di praticare il culto cattolico) a Saumur, La Rochelle e Montpellier;
• riconosceva la possibilità di accedere a cariche pubbliche e scuole;
• concedeva ai protestanti un centinaio di piazzeforti;
• Nelle città di Bordeaux, Grenoble e Castres i protestanti ebbero il diritto di venire giudicati da tribunali costituiti per metà da loro correligionari.