Di Gianni De Iuliis
Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo tedesco, considerato uno dei più importanti filosofi del pensiero occidentale.
Fu il più significativo esponente dell’Illuminismo tedesco, anticipatore degli elementi basilari della filosofia idealistica e di gran parte di quella successiva. Kant concepì la propria filosofia come una rivoluzione filosofica (“rivoluzione copernicana”), volta a superare il dogmatismo metafisico, che per Kant caratterizzava il pensiero precedente, e ad assumere i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere.
Morì nel 1804, dopo essere stato colpito, a partire dal 1798, da un decadimento delle funzioni cognitive ed altri disturbi che permettono di ipotizzare che fosse affetto da Alzheimer o comunque da un’altra malattia neurodegenerativa. La sua ultima frase fu: “Es ist gut” (“Va bene”).
È stato sepolto in un piccolo mausoleo, nell’angolo nord-est della Cattedrale di Königsberg, odierna Kaliningrad. Sulla sua tomba vi è un epitaffio che recita l‘explicit della Critica della ragion pratica:
«Due cose riempiono la mente con sempre nuova e crescente ammirazione e rispetto, tanto più spesso e con costanza la riflessione si sofferma su di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me».
Il cielo stellato e la legge morale provocano nel soggetto due effetti opposti, ma complementari. Da una parte, il cielo stellato stabilisce la posizione dell’uomo nel mondo e la sua connessione con gli altri infiniti mondi. Dall’altra, la legge morale sancisce la vera infinitezza (wahre Unendlichkeit) dell’«io indivisibile» e della persona. Lo spettacolo degli innumerevoli e infiniti mondi annichilisce l’importanza del soggetto nel progetto della creazione, mentre la legge morale eleva infinitamente il suo valore, che si manifesta attraverso una vita indipendente dalla sensibilità e dall’animalità, che si estende al di là dei limiti della vita presente verso l’infinito.