Di Federico Rampini fonte@.ilprimatonazionale.it/
Era il 26 marzo del 1923 quando i sogni avveniristici dell’ingegner Piero Puricelli videro realizzarsi. Il suo progetto di creare una “via per sole automobili”, riservata perciò al solo traffico veloce, ebbe inizio esattamente 92 anni fa.
La prima autostrada al mondo vide l’inizio dei lavori grazie all’impegno di Pietro Puricelli, conte di Lomnago, che fondò la Società Anonima Autostrade ottenendo dal governo presieduto da Mussolini l’autorizzazione a realizzare i suoi progetti in quanto “di pubblica utilità”.
Come da consuetudine l’allora primo ministro Mussolini si attivò affinché l’opera fosse realizzata in tempi brevi. Solo 15 mesi più tardi, il 21 settembre 1924, venne innaugurata a Lainate il primo tratto, che andava da Milano a Varese, di quella che diverrà l’autostrada dei Laghi. A presenziare l’inaugurazione venne il re in persona Vittorio Emanuele II, seguito da un corteo di automobili.
Su “La Tribuna” il giorno seguente fu scritto: “Viaggio attraentissimo su un cemento liscio come un parquet, senza callaie insidiose o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo”.
L’autostrada, che segnava uno dei primi record italiani durante gli anni ’20 e ’30, prevedeva una sola corsia per senso di marcia. Il materiale usato, in particolare il pietrisco estratto dalle cave di Bisucchio, venne trasportato in treno. Il casello non esisteva ed il pedaggio veniva pagato nelle aree di sosta obbligatorie, dove il casellante usciva da una casupola e previo il pagamento di 20 lire alzava a mano la sbarra. Il 28 giugno 1925 fu inaugurato un ulteriore tratto che andava da Lainate a Como e poco tempo dopo il tratto Gallarate – Sesto Calende.
Significante fu il fatto che molti studiosi e tecnici da tutto al mondo arrivarono a Lainate per studiare e “copiare” questa nuova strada made in Italy. Oggi invece assistiamo a crolli sulla Palermo – Agrigento dopo soli 7 giorni di apertura. Oppure la Salerno – Reggio Calabria, che è diventata una sfida tra gli anziani che riusciranno a vedere la fine dei lavori. Un governo allo sbando, che anche nella costruzione delle strade dovrebbe prendere esempio dal passato che ha lasciato ciò che oggi c’è di buono.
Federico Rapini