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1 maggio: sindacati, lavoro base della Repubblica

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Il lavoro è fondamento della Repubblica e il Primo Maggio “è anche la festa della democrazia”. Ma oggi l’Italia è Repubblica fondata “non sul lavoro ma sullo sfruttamento e sulla precarietà” e per questo la battaglia dei sindacati sarà quella di rimettere il lavoro al centro, utilizzando tutti gli strumenti democratici a disposizione.
Dal palco della manifestazione nazionale per il Primo maggio di Cgil, Cisl e Uil a Monfalcone (Gorizia), i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpalolo Bombardieri hanno raccolto la sfida. Tutti d’accordo nel chiedere al Governo di “fare di più per la sicurezza sui luoghi di lavoro” e porre fine “con un grande patto di responsabilità che tenga insieme politica, sistema delle imprese, organizzazioni sindacali, poteri locali” alla “lunga scia di sangue, alla carneficina silenziosa” sui luoghi di lavoro. “Siamo un paese in cui si continua a morire sul lavoro, l’ultima vittima è di ieri”, ha sottolineato Landini ricordando che “in Italia ogni anno ci sono 580.000 infortuni sul lavoro, e stanno aumentando”. Per il leader della Cgil la soluzione è una sola: “Bisogna cambiare il modello di sviluppo e cancellare le leggi sbagliate e balorde degli ultimi venti anni” perché “l’appalto, il sub appalto e le altre mille forme di lavoro precario sono la causa della maggioranza delle morti e degli infortuni”. Landini ha quindi sottolineato che “qualsiasi persona che lavora, a prescindere dalle sue idee, la razza e il colore della pelle deve avere gli stessi diritti e le stesse tutele in qualsiasi posto di lavoro. Questa deve essere la battaglia da fare con forza, il Primo Maggio deve avere questo significato”, ha insistito, raccontando di avere incontrato ieri sera una delegazione di lavoratori migranti impiegati nel cantiere navale di Monfalcone. “Parlano l’italiano meglio di me… Bisogna favorire l’integrazione. Mettere al centro i diritti, non il profitto, non la disuguaglianza – ha proseguito – il compito di ognuno di noi sindacato, istituzione, forza politica è quello di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono questa libertà per tutte le persone, altrimenti non c’è democrazia e non c’è partecipazione dei cittadini”. Per questo, ha proseguito, “per noi oggi è una giornata di lotta e mobilitazione, perché vogliamo batterci fino a quando la nostra Costituzione non sia applicata, utilizzando tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, compreso se necessario anche il referendum”. Landini ha concluso ribadendo: “Quello che il governo ha fatto ieri lo considero una marchetta elettorale”, riferendosi alle ultime misure tra cui il bonus Befana.
Gli ha fatto eco il segretario generale della Cisl, che ha riconosciuto come “importanti” i passi fatti dal Governo nel
decreto coesione, ma li ha giudicati “ancora insufficienti. Bisogna confermare il taglio al cuneo, sgravare le tredicesime e c’è il tema delle risorse – ha osservato – non si pensi di procedere tornando alla logica dei tagli lineari. E non si punti a far cassa con svendite di Stato e dismissioni pubbliche, perché non lo permetteremo”. Per Sbarra, serve “una nuova politica dei redditi che difenda risparmi, salari e pensioni. Significa tra l’altro il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati. Una riforma fiscale redistributiva che sostenga i redditi medi e popolari. Un’evoluzione del sistema pensionistico nel segno della sostenibilità e dell’inclusività per giovani e donne”. E poi, “maggiori risorse su sanità, pubblico impiego, scuola, sulle politiche sociali e per la non autosufficienza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il leader della Uil, Bombardieri, secondo cui la sicurezza sul lavoro “deve diventare una priorità di questo Governo. Partiamo da un diritto che per noi è imprescindibile – è la riflessione – il rispetto della vita. E con 1.040 vittime ogni un anno, 500mila incidenti, nessuno si senta assolto. Basta con il cordoglio con le condoglianze di circostanza, abbiamo finito le lacrime, vogliamo fatti concreti”. Per questo, è tornato a chiedere all’esecutivo “un confronto serio e non una narrazione. Non illustrateci le misure, ma confrontatevi con noi – ha insistito – chiediamo di fare di più, di aumentare gli investimenti per le ispezioni e i controlli, superare la gare al massimo ribasso e i subappalti a cascata”. Poi, rivolgendosi al premier: “Vorrei chiedere, caro presidente, non parliamo di lavoro solo qualche ora prima dei primo maggio. Parliamo di lavoro tutto l’anno. Parliamone sempre”. (AGI)
RED