di Gianni De Iuliis
Il primo agosto 2005 entra in vigore nell’Unione Europea il divieto di fare pubblicità a tutti i prodotti derivati del tabacco (sigarette, sigari e tabacchi trinciati) su tutti i media. La normativa riguardava anche le varie sponsorizzazioni di eventi in generale. La pubblicità dei prodotti del tabacco ancora oggi è considerata un incentivo al fumo e quindi un pericoloso nemico per la salute.
Una ricerca dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) pubblicata il 31 maggio 2021 ha evidenziato che la pandemia ha significativamente cambiato le abitudini degli italiani rispetto al fumo: dopo una riduzione ad aprile 2020 rispetto a gennaio 2020 (pre lockdown), c’è stato un aumento dei fumatori a maggio 2021, che sono saliti al 26,2% (circa 11,3 milioni) anche rispetto a novembre 2020 (24%).
Aumenta anche il numero di giovani consumatori: 1 su tre tra i 14 e i 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e quasi il 42% con la sigaretta elettronica.
«Un ruolo chiave nell’aumento dei fumatori – dice Roberta Pacifici, direttore Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato, HTP) e le e-cig. Infatti il loro uso in Italia contribuisce alla iniziazione e alla ricaduta del consumo di sigarette tradizionali e ne ostacola la cessazione, alimentando l’epidemia tabagica».
«Nelle condizioni di restrizioni delle libertà e di stress conseguenti alla pandemia, aumentano di oltre un milione sia i fumatori che le fumatrici. A maggio 2021 la prevalenza di fumatori in Italia è del 26,2% (stima di 11,3 milioni) di cui il 25,7% sono maschi (5,5 milioni) e il 26,7% sono femmine (5,8 milioni)», sottolinea il Prof. Silvio Garattini presidente onorario del Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
Secondo l’indagine campionaria condotta dall’ISS, in collaborazione con la Società Explora – centro di ricerca e analisi statistica di Padova – su un campione di 2775 studenti di 14-17 anni frequentanti una scuola secondaria di secondo grado, è emerso che il 37,5% degli intervistati ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e il 41,5% con la sigaretta elettronica.
Il 52,5% degli studenti ha iniziato a consumare tabacco o a utilizzare la sigaretta elettronica alle scuole superiori, sebbene il 47,5% di essi abbia iniziato già prima, alle scuole elementari (4,1%) o alle scuole medie (43,4%). Il prodotto utilizzato per la prima volta è stato prevalentemente la sigaretta tradizionale (77,6%), ma c’è anche chi ha iniziato con la sigaretta elettronica (20,1%) o la sigaretta a tabacco riscaldato (2,3%). Questi ultimi dati destano particolare preoccupazione in quanto poco meno di uno studente su quattro sperimenta per la prima volta proprio i prodotti immessi sul mercato nel corso degli ultimi anni e che dovrebbero avere come target di riferimento solamente i fumatori di sigarette tradizionali.
Il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800554088 dell’Istituto Superiore di Sanità da decenni sostiene i fumatori nel percorso di cessazione attraverso varie iniziative e soluzioni.
Dall’inizio della sua attività (2000) il TVF ha gestito circa 89.300 telefonate di cui 8.000 nell’ultimo anno di attività.
I fumatori rimangono i principali fruitori del servizio (94%), il pacchetto di sigarette continua ad essere la principale fonte di conoscenza del numero verde.
La principale motivazione che spinge i fumatori a telefonare è il desiderio di smettere di fumare (96%) e per questo il servizio offre soluzioni che rispondono alle diverse necessità o bisogni dell’utenza come invio presso i Centri Antifumo (71%), materiali di self-help per smettere in autonomia (28%), percorso telefonico di cessazione (6%).